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Nel 2013, poco dopo il lancio della BMW i3, Internet era pieno di video di persone sorridenti. Durante le prime prove su strada con i potenziali clienti, sono stati creati video con gli smartphone che mostrano la gioia dei passeggeri durante i primi chilometri sulla nuova macchina elettrica. In seguito, le persone hanno condiviso il divertimento delle prove su strada sui canali dei propri social media.
All’epoca, tra coloro che si occupavano dell’idea di filmare e postare il piacere della guida c’era l’esperto di marketing di BMW Wim Van Bogaert. Nato in Belgio, dal 2001 ha lavorato in diverse aree del marketing centrale di BMW Group, ad esempio come responsabile di fiere ed eventi, innovation management, retail marketing, digital marketing e performance marketing. Nel 2013, ha fatto parte del team responsabile dell’anteprima della BMW i3 nella rete di concessionari BMW di tutto il mondo. Molto prima delle prime esperienze dei clienti, aveva conosciuto la BMW i3 e si era innamorato del carattere visionario della prima auto di serie completamente elettrica di BMW. Van Bogaert rappresenta quindi i padri e le madri intellettuali della BMW i3, tutti coloro che sono stati coinvolti in questo progetto, nonché i numerosi fan dell’auto elettrica al di fuori dell’azienda.
Prima ancora dell’avvio della produzione di serie, Van Bogaert aveva già percorso brevi tratti con i prototipi, parlato con il designer Benoit Jacob, incontrato il responsabile del progetto Ulrich Kranz e si era fatto spiegare i dettagli tecnici da ingegneri come Jens Halbedel. “Nel 2013 sviluppare da zero un’auto elettrica per una produzione su larga scala rappresentava un azzardo tecnologico. All’epoca esistevano solo veicoli elettrici di nicchia e soluzioni realizzate appositamente da ecologisti per ecologisti”.
In questa situazione, la decisione del consiglio di amministrazione di BMW di allora di avviare un progetto miliardario per la mobilità elettrica è stata coraggiosa. Infatti, lo sviluppo e la produzione della BMW i3 elettrica ha azzerato molti orologi: improvvisamente, il componente più importante non era più rappresentato dal motore, ma dalla batteria. Eppure BMW era ed è ancora la quintessenza dei motori a combustione di alta qualità (➜ Leggete anche: Le 12 pietre miliari dei motori).
Inizialmente una troupe insolita di strateghi, ingegneri elettrotecnici e chimici si raccolse attorno al visionario Ulrich Kranz per lavorare sul cosiddetto “Progetto i” (➜ Leggete anche: La storia di una visione vincente) senza quasi farsi notare, all’ombra della sede centrale di BMW. Kranz si è avvalso degli esperti BMW e del loro know-how in modo specifico per progettare l’auto elettrica BMW. Per compensare l’elevato peso aggiuntivo dovuto alla batteria, si è rivolto agli esperti di costruzione leggera BMW dello stabilimento di Landshut. Insieme sono riusciti a realizzare qualcosa di apparentemente impossibile: un veicolo elettrico privo del peso aggiuntivo di una pesante batteria. Un risultato sbalorditivo che, a distanza di 10 anni, resta ineguagliato: tutti gli attuali veicoli elettrici infatti possono pesare diverse centinaia di chili in più rispetto alle loro controparti alimentate in modo tradizionale.
Ecco la BMW i3
La BMW i3 è un’auto elettrica di BMW prodotta nello stabilimento BMW di Lipsia dal 2012 al 2022. Caratteristiche dell’auto elettrica sono il design unico, l’alto contenuto di carbonio della carrozzeria, le porte posteriori che si aprono in direzioni opposte e il concetto complessivo nella scelta dei materiali utilizzati.
Non appena il primo studio di design della BMW i3 è stato presentato all’IAA 2011, gli occhi di tutti i dipendenti BMW e dell’intero mondo automobilistico si sono puntati sul Progetto i. Wim Van Bogaert, uno dei responsabili dello stand BMW all’IAA, ricorda: “Ora tutti si rendevano conto che questo progetto era rivoluzionario. Progettate da zero, le auto a pura batteria consentono di apportare cambiamenti all’assetto tecnico e la BMW i3 lo ha dimostrato fino dal primo sguardo. In mostra c’era un concetto di veicolo completamente nuovo, con proporzioni modificate e un design di esterni e interni straordinario. Sembrava di guardare attraverso il buco di una serratura verso un futuro entusiasmante”.
Quasi due anni dopo, Van Bogaert riceveva la sua prima BMW i3 della nuova produzione in serie dallo stabilimento BMW di Lipsia. Dopo quasi 10 anni ricorda ancora le sue prime impressioni, che descrive nello slang tipico di BMW: “Nessun noise, nessuna vibration né harshness come nei motori a combustione”. Le prime settimane a bordo della BMW i3 hanno avuto l’effetto di una terapia comportamentale per Van Bogaert: “In precedenza guidavo un motore a combustione che mi sfidava dal punto di vista emotivo. Mi sussurrava continuamente: «Tu sei più veloce, accelera, sorpassa». La BMW i3 era l’esatto opposto. Dal punto di vista emotivo, la sua pacatezza ha profondamente calmato il mio stile di guida fino ad oggi”.
Van Bogaert conferma così una tesi sostenuta dall’allora designer della BMW i3 Benoit Jacob, che aveva deliberatamente rivestito gli interni con materiali discreti e naturali. Unitamente alla posizione di seduta rialzata in un abitacolo arioso senza tunnel di trasmissione e con la plancia posizionata molto in avanti, l’abitacolo aveva lo scopo di rilassare il guidatore. Una strategia non priva di secondi fini, perché uno stile di guida tranquillo protegge la batteria garantendone così l’autonomia (➜ Leggete anche: Miti sulle auto elettriche). Del resto, nel 2013 la tecnologia relativa alle batterie offriva solo una capacità di poco più di 20 kilowattora e consentiva un’autonomia massima di 160 chilometri, a seconda dello stile di guida.
Oltre a una nuova serenità e a uno stile di guida rilassante, durante i primi viaggi con la BMW i3 Van Bogaert ha scoperto altre caratteristiche specifiche dei veicoli a batteria: “Da molti anni mia moglie e io andiamo in vacanza a Merano. Durante il mio primo viaggio con la BMW i3, ho scelto il percorso panoramico e serpeggiante del Passo dello Stelvio: dalla cima del passo si scende verso Merano per 75 chilometri. Quando siamo arrivati, la batteria era di nuovo completamente carica grazie al recupero in discesa. Da allora so che per le auto elettriche la montagna funziona come una stazione di ricarica”.
Nonostante questa esperienza di ricarica positiva, dopo la sua prima BMW i3 Van Bogaert, come molti clienti, ha scelto un modello con range extender in cui un piccolo motore a benzina agisce alla stregua di un generatore in modo da offrire alla batteria un’autonomia supplementare. Un’idea intelligente che ha semplificato la vita di tutti i giorni, considerato che nel 2013 esistevano pochissime stazioni di ricarica e che queste si trovavano prevalentemente in città, cosa che rendeva i viaggi sulle strade di campagna o sulle autostrade come una piccola avventura. Dopo tutto, il rifornimento di un’auto elettrica richiedeva molto tempo e non erano previste taniche di riserva (➜ Leggete anche: Tutto sulla ricarica delle auto elettriche).
Data la mancanza di infrastrutture per la ricarica e la scarsa autonomia, gli sviluppatori e i progettisti avevano inizialmente consigliato la BMW i3 come veicolo ideale per le metropoli. È qui che il veicolo elettrico compatto si sente tuttora più a suo agio; i suoi appassionati sostenitori amano la guida a emissioni zero nei centri urbani rumorosi e inquinati. Altre caratteristiche come il raggio di sterzata minimo, gli sprint intermedi simili a un razzo, le dimensioni compatte nonostante l’abitacolo simile a un salotto o il recupero permanente dell’energia elettrica fanno della BMW i3 il partner ideale per la città.
La concezione del veicolo come ideale per le grandi città non ha comunque impedito a Van Bogaert di percorrere regolarmente lunghe distanze negli ultimi 10 anni: diversamente non sarebbe stato possibile percorrere circa 50.000 chilometri all’anno. Per quanto riguarda i viaggi di famiglia, tuttavia, la moglie e i due figli di Van Bogaert non condividevano lo stesso spirito pionieristico del padre entusiasta. In particolare, un primo viaggio di famiglia da Monaco di Baviera al Belgio, il suo paese d’origine, ha suscitato malumori. Il padre ha dissipato le preoccupazioni sulla lunga distanza e sulla scarsa autonomia elettrica della prima BMW i3 con questa frase: “Questo è il futuro, e noi ci siamo dentro”. Dopo un viaggio di 16 ore e nonostante le frequenti soste per la ricarica, l’euforia di Van Bogaert non ha subito battute d’arresto, a differenza di quella del resto della famiglia. “L’umore di mia moglie e dei miei figli invece aveva toccato il fondo”, ricorda sorridendo.
In seguito, Van Bogaert ha continuato a fare lunghi viaggi con la BMW i3 con lo stesso entusiasmo. Dalla fine del 2018, la batteria è stata aggiornata per offrire il doppio della capacità del primo modello, raggiungendo quindi l’attuale autonomia di 300 chilometri (➜ Leggete anche: Panoramica delle auto elettriche). A Van Bogaert piacerebbe guidare la sua attuale BMW i3s di ultimissima serie, con la scritta distintiva “Unique forever”, fino a Capo Nord: “Ormai l’infrastruttura di ricarica lungo i percorsi principali nell’Europa centrale e soprattutto nei paesi nordici è ben sviluppata”. Ancora non si sa quando potrà realizzare questo sogno. Una cosa però è certa: Van Bogaert ci riuscirà.
Il termine della produzione della BMW i3 di quest’estate addolora Van Bogaert: “Dopo quasi 10 anni di produzione, la BMW i3 non ha affatto un aspetto superato. Si tratta di un risultato notevole, dovuto alla sua concezione visionaria. Per quanto riguarda aspetti come la leggerezza della costruzione, la spaziosità, la sostenibilità e il valore, supera ancora molti dei nuovi modelli di oggi”. Probabilmente anche molti dei suoi quasi 250.000 acquirenti la pensano così. Infatti, le vendite della BMW i3 sono aumentate costantemente fino alla fine della produzione, a differenza di quelle dei modelli convenzionali, le cui cifre calano continuamente nel corso dei loro cicli di vita. Al momento, i venditori stanno addirittura registrando una corsa agli ultimi modelli, prodotti esclusivamente nello stabilimento BMW di Lipsia utilizzando l’energia di tre turbine eoliche appositamente costruite (➜ Leggete anche: BMW punta sulla produzione sostenibile di auto).
Van Bogaert pertanto prevede già una seconda carriera per la BMW i3 come classico moderno: “Sicuramente il numero dei suoi fan non diminuirà, grazie alla sua carrozzeria in carbonio antiruggine, alle batterie di lunga durata, alla tecnologia che richiede poca manutenzione e alla forma che continua a risultare futuristica.”
Forse i futuri proprietari potranno rivivere scene come quelle del 2013, quando i primi modelli della BMW i3 elettrica che sfrecciavano in città rubavano la scena persino alle auto sportive e ai SUV. In quel periodo, anche Van Bogaert ha vissuto alcuni dei momenti più belli della sua vita da automobilista: “Con la BMW i3, all’epoca ci si sentiva come un pioniere. L’attenzione da parte di bambini e giovani adulti in particolare era enorme: amavano l’auto, riconoscevano le idee sostenibili che ne costituivano la base e volevano sapere tutto sulla mobilità elettrica”.
“Goodbye, BMW i3” significa anche “Welcome, BMW iX1”! Grazie al SAV compatto con motore elettrico, le lacrime per l’addio alla BMW i3 si asciugheranno in fretta. Maggiori informazioni sulla nuova BMW iX1 sono disponibili qui:
Autore: Michael Seitz; Art: Verena Aichinger, Lucas Lemuth, Shin Miura; Foto: BMW; Video: BitteschönTV, Ludwig Bütow