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#ArtGirlRising: l’arte come megafono

#ArtGirlRising: l’arte come megafono

7 min tempo di lettura
Grazie alla piattaforma ArtGirlRising di cui è fondatrice, Liezel Strauss si dedica a sostenere le artiste donne emergenti, il loro riconoscimento e l’uguaglianza dei loro diritti, creando allo stesso tempo una comunità di voci. Ci propone la sua visione in questa intervista, in cui presentiamo tre delle artiste che partecipano a un progetto particolarmente affascinante.

Il 7 marzo 2022

L’arte non è limitata a una visione creativa, ma consiste anche nella responsabilità sociale per valori come inclusione, diversità e uguaglianza. Oggi le opere delle artiste hanno raggiunto una visibilità mai ottenuta nella storia dell’arte, ma questo non significa di conseguenza che le artiste siano anche solo vicine a occupare lo spazio che meritano. Ad esempio, la ricerca Diversity of Artists in Major U.S. Museums, che ha preso in considerazione i dati di 18 famosi musei d’arte degli Stati Uniti, ha dimostrato che l’87 per cento degli artisti esposti era costituito da uomini, nell’85 per cento dei casi bianchi. Da secoli le donne nel mondo dell’arte si trovano di fronte a pregiudizi specificamente legati al genere. Spesso, una donna è solo la figlia d’arte di qualcuno. Iniziative come ArtGirlRising, la piattaforma fondata da Liezel Strauss, si pongono l’obiettivo di aumentare la consapevolezza legata alle disuguaglianze e di offrire un megafono alle artiste emergenti in modo che possano ottenere una rappresentanza più equa e significativa all’interno di musei, gallerie e case d’asta.

Nel corso dei 50 anni dell’impegno culturale di BMW Group, abbiamo collaborato con donne provenienti da tutto il mondo: da artiste affermate come Cao Fei, Jenny Holzer o Esther Mahlangu a rappresentanti emergenti dell’arte contemporanea come Tonia, Leelee, Abigail e molte altre ancora. La chiave consiste in un’equilibrata varietà di prospettive che vanno al di là dei generi e delle nazionalità.
Hedwig Solis Weinstein

Head of BMW Arts & Thought Leadership Collaborations

BMW e l’arte

Nel corso degli ultimi cinque decenni, l’impegno culturale di BMW Group si è esteso ben oltre la progettazione delle BMW Art Cars da parte di artisti rinomati (➜ Leggete anche: Storia delle BMW Art Cars). BMW Group ha ampliato il proprio portafoglio in modo da includere collaborazioni con musicisti famosi come Daniel Barenboim e Diana Damra, così come giovani artisti come Samson Young e Leelee Chan, che hanno lasciato i propri atelier per trarre ispirazione dal mondo intero.

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BMW Group partecipa a centinaia di iniziative culturali in tutto il mondo da oltre mezzo secolo. Nelle arti, così come nella musica e nel suono, nell’architettura e nel design. L’impegno culturale di BMW Group ha contribuito alla nascita di iniziative in compartecipazione come il BMW Open Work by Frieze, il BMW Welt Jazz Award e la BMW Art Guide by Independent Collectors. Il BMW Art Journey è un’altra iniziativa ed è stato creato insieme ad Art Basel per far compiere agli artisti un viaggio creativo utile per il loro lavoro di ricerca. Inoltre, decenni fa è stata lanciata la serie di concerti gratuiti “Opera for All” a Berlino, Monaco, Mosca e Londra.

Liezel Strauss

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Signora Strauss, può raccontarci il suo percorso personale che l’ha portata a fondare ArtGirlRising?

Ho fondato ArtGirlRising per aumentare la consapevolezza sulla sottorappresentanza delle artiste donne. L’idea per la piattaforma ArtGirlRising è nata quando ho visto la campagna #5womenartists del National Museum of Women in the Arts. Le magliette con i nomi delle artiste donne che stiamo realizzando rappresentano uno spunto per avviare la conversazione e aumentare di conseguenza la consapevolezza sulla drastica sottorappresentanza delle artiste a livello mondiale.

Quali sono stati i momenti chiave e le sfide che hanno dato forma a questo percorso?

All’inizio la grossa sfida è stata venire a capo della mia rabbia nel leggere le statistiche sulla percentuale di donne nel mondo dell’arte. I dati mi hanno delusa e lasciata senza parole e ancora oggi li trovo difficili da capire. Lavoro nel mondo dell’arte da quasi due decenni e, quando ho avviato ArtGirlRising quasi quattro anni fa, non ero a conoscenza di queste cifre terribili. Per di più, le conseguenze della pandemia ci hanno spesso messo con le spalle al muro, ma siamo riuscite a trovare altre fonti di reddito e a sostenere gli artisti tramite corsi online e workshop accessibili sull’arte, il commercio dell’arte e la rappresentanza delle donne. Al momento, il nostro obiettivo principale consiste nel concentrarci sulle partnership con i musei d’arte e le organizzazioni artistiche, come BMW Group Culture, per ampliare questa consapevolezza. ArtGirlRising si è evoluta in un movimento: la stampa delle magliette ha rappresentato il punto di partenza, ma ora l’obiettivo è anche quello di creare un luogo in cui le artiste donne possano trovare consigli, opportunità, senso di comunità, rappresentanza e molto altro ancora.

Ci sono stati momenti in cui ha dovuto imporsi e avere fiducia nelle sue forze?

Sempre! Gestisco le mie organizzazioni e imprese facendo spesso affidamento sui sentimenti e le intuizioni. Dal punto di vista finanziario, non vediamo passare tra le mani milioni di dollari, ma in fondo l’aspetto più importante è quello della comunità. So che ci saranno sempre delle sfide, ma collaboro con persone incredibili e insieme cerchiamo di trovare le soluzioni e i mezzi più sensati e sostenibili.

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L’arte è sempre un mezzo per osservare il mondo attraverso gli occhi di una nuova generazione: qual è il suo livello di parità?

Penso che al mondo dell’arte manchi davvero qualcosa. L’arte dovrebbe essere in prima linea nell’immaginare un mondo e un futuro migliori, ma al momento non sta svolgendo questa funzione. Se le gallerie d’arte, i musei, le fiere artistiche e le case d’asta sono dominate da artisti uomini e bianchi, si crea un enorme lacuna nel processo di immaginazione di un mondo e un futuro migliori, perché viene mostrato solo un piccolissimo frammento del mondo. La nuova generazione dispone dei social media e dell’accesso alle risorse e alle informazioni, il che ha un valore inestimabile, ma aiuta solo nella creazione della consapevolezza. Spesso la nuova generazione non ha l’influenza necessaria per provocare un cambiamento dall’alto verso il basso. Abbiamo bisogno della nuova generazione per aumentare la consapevolezza, fare ricerca e creare dinamismo, quindi abbiamo bisogno di partnership lungimiranti in modo da facilitare il cambiamento.

Come si può compiere questo cambiamento?

Facendo ricerca, mettendo i dati a disposizione, continuando a creare consapevolezza e infine con azioni, azioni e ancora azioni. Dobbiamo tutti conoscere le cifre, i dati disponibili non sono sufficienti. Il mondo dell’arte deve avere una maggiore trasparenza da questo punto di vista, sia nelle istituzioni artistiche pubbliche sia nel mercato commerciale. Ci servono più persone che ricerchino e pubblichino i dati, quindi servono modi per comunicare questa disuguaglianza e infine utilizzarla in modo da provocare un cambiamento.

ArtGirlRising x BMW Group Culture

sull’edizione limitata e stampata a mano della t-shirt di ArtGirlRising

Nomi come messaggi: sull’edizione limitata e stampata a mano della t-shirt di ArtGirlRising sono presentati i nomi delle artiste Madeline Hollander (vincitrice del BMW Open Work 2020), Sandra Mujinga (vincitrice del Preis der Nationalgalerie 2021), Abigail Reynolds (vincitrice del BMW Art Journey 2016), Leelee Chan (vincitrice del BMW Art Journey 2020) e Tonia Calderon (diverse collaborazioni artistiche con BMW).

In collaborazione con BMW Group Culture, ArtGirlRising ha disegnato un’edizione limitata delle proprie t-shirt caratteristiche. Di seguito presentiamo brevemente tre delle cinque artiste donne che hanno partecipato al progetto e le loro riflessioni sul riconoscimento delle donne.

ARTGIRLRISING

ARTGIRLRISING

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Abigail Reynolds

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L’artista britannica Abigail Reynolds, vincitrice del BMW Art Journey 2016, ha riunito i risultati dei ritrovamenti effettuati durante il viaggio lungo la via della seta in una serie di opere dal titolo: “The Ruins of Time: biblioteche dimenticate lungo la via della seta”. Per Reynolds, i cinque mesi del viaggio di ricerca sono stati un evento formativo. Le piacciono le opere che lasciano spazio alle domande e hanno un finale aperto: “Ogni artista cerca di seguire una linea di desiderio. Non si tratta solo del lavoro che si desidera svolgere, ma anche della vita che si vuole sostenere con l’arte. Viaggiare in moto per visitare le biblioteche dimenticate lungo la vecchia via della seta, dalla città di Xi’an in Cina a Ercolano in Italia, è stata un’esperienza decisiva che mi ha cambiato la vita.”

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Per quanto riguarda una rappresentanza paritaria nei musei, le gallerie e le case d’asta, l’artista rivela che non si è ancora trovata una soluzione soddisfacente: “Ho frequentato una scuola statale, poi l’università di Oxford. Ho preso questa decisione soprattutto perché sono curiosa riguardo ai privilegi e alle strutture del potere e volevo osservarli da vicino. Vedo che nella mia vita sono cambiate poche cose. Moltissime persone non hanno opportunità e questo non ha a che fare solo con il genere e l’appartenenza etnica, anche se queste barriere continuano a essere reali. Il mondo dell’arte è globale e variegato e molte persone del settore si impegnano sinceramente per rimuovere questi squilibri. Tuttavia, mi sembra che il mondo dell’arte e quello accademico agiscano in modo molto pretestuoso. Questo mi piace ancor meno dei pregiudizi espressi apertamente, perché è un atteggiamento più difficile da contrastare e sostanzialmente non sincero.”

Tonia Calderon

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Tonia Calderon vive e lavora a Los Angeles. Nelle sue opere di arte visiva impiega spesso strutture e superfici smisurate che obbligano chi le guarda a porsi domande, provare emozioni e riflettere. Le sue opere (➜ Leggete anche: I cerchioni della BMW iX3 come tela) sono ispirate alle esperienze di vita personali, alle relazioni e alle origini multiculturali dell’artista, che ha discendenze messicane, olandesi, indonesiane e cinesi. All’età di 19 anni ha iniziato a lavorare come artista indipendente, aiutandosi anche con il lavoro da barista e, subito dopo aver terminato gli studi. ha acquistato una casa in Arizona per avere un’ancora di sicurezza: “Se c’era una cosa di cui ero sicura in quanto giovane donna, era che avrei fatto tutto il possibile per mantenermi”. In seguito al crollo del mercato immobiliare ha però dovuto rivalutare la sua concezione di stabilità e sicurezza e si è trasferita a Los Angeles per dedicarsi interamente all’attività di artista.

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Nella situazione attuale sull’uguaglianza delle artiste, Calderon vede ancora un forte bisogno di recuperare. “La vera uguaglianza è un concetto lontano quando si riferisce alla rappresentazione e alla stima delle donne all’interno di musei e gallerie. Il fatto che se ne parli e il lavoro di sensibilizzazione sono un buon inizio, ma finché vediamo che le disuguaglianze continuano a vivere nella nostra società possiamo dare per scontato che si rispecchino allo stesso modo anche nell’arte. I modi migliori per combattere le disuguaglianze sono la formazione e, soprattutto, la rappresentanza. Quelle di noi che in questi tempi hanno la fortuna di avere una carriera nell’arte hanno la responsabilità di cambiare la situazione. I bambini, che saranno gli artisti, gli inventori e i costruttori del futuro, sono i testimoni delle strade che stiamo spianando. Con la mia arte e la mia visibilità spero di poter contribuire a incoraggiare i bambini e i futuri artisti a diventare la migliore versione possibile di se stessi.”

Leelee Chan

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Nel 2020 Leelee Chan è stata la nona vincitrice del BMW Art Journey e con “Tokens From Time” si dedica alla cultura dei materiali del passato, del presente e del futuro. I temi principali che spingono la sua creatività sono quelli legati all’ambiente e alla sostenibilità culturale. Durante il suo viaggio, l’artista ha dialogato con scienziati ed esperti per acquisire conoscenze più approfondite su come in futuro i materiali naturali potranno essere sostituiti in modo sostenibile da quelli prodotti artificialmente. Il momento più significativo del suo Art Journey personale è stato il ritorno al paese natale. “Tredici anni dopo aver lasciato Hong Kong, ho avuto l’opportunità di esplorare nuovamente le mie radici e, allo stesso tempo, di far progredire la mia esperienza nella scultura. Per me questo è stato un punto di svolta. Da quando mi sono trasferita a Hong Kong la scultura è diventata il mio mezzo di espressione principale.” Anche se ora Chan è una delle personalità più affermate nel suo campo, vede un bisogno urgente di rappresentanza e riconoscimento delle artiste donne.

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“Non vi è alcun dubbio che nel mondo dell’arte sia ancora presente un notevole squilibrio tra i generi; esistono moltissime statistiche pubblicate e discusse negli ultimi dieci anni che lo confermano. Negli ultimi anni mi sono accorta che si discute molto di più su questo argomento e che le persone hanno iniziato a essere consapevoli di questa disuguaglianza e a misurarsi con le questioni sulla rappresentanza di genere.” Nonostante ciò, a volte può essere molto frustrante pensare a quante cose devono ancora cambiare, soprattutto per quanto riguarda il sistema istituzionale, i pregiudizi culturali, gli stereotipi di genere e il sessismo con l’avanzare dell’età. Tuttavia, Chan guarda al futuro con positività: “Anche se in apparenza il progresso è piuttosto lento, posso ritenermi fortunata rispetto alle generazioni di artiste che mi hanno preceduta. Inoltre, sono contenta di potermi circondare di donne forti che lavorano ogni giorno per superare alcuni dei pregiudizi storici e per cambiare dall’interno il mondo dell’arte. Tutto questo mi rende fiduciosa.”

Autore: Markus Löblein; Foto: Nadirah Zakariya, Leelee Chan, Abigail Reynolds, Tonia Calderon, BMW

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