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La mobilità elettrica ha fatto passi da gigante in pochissimo tempo. La scelta di muoversi su un’auto a batteria non è più un’eccezione alla regola, ma ormai un’opzione realistica e allettante per chiunque voglia investire in un nuovo veicolo. Per scoprire cosa ha in serbo il futuro della mobilità e per offrirvi una panoramica globale della e-mobility odierna, siamo andati alla ricerca dei fatti più interessanti provenienti da tutto il mondo.
La Cina non è solo il maggiore mercato del industria automobilistica nel complesso, con vendite annuali superiori ai 20 milioni di unità all’anno, che le danno un nutrito distacco sul campione precedente, gli Stati Uniti. È anche il mercato dell’auto elettrica più grande del mondo, con oltre 1,2 milioni di unità vendute nel 2019. In totale, sulle strade cinesi viaggiano oltre 3,4 milioni di veicoli a batteria, o BEV, vale a dire oltre il 45% dei BEV di tutto il mondo. Ed è un numero destinato a crescere. Solo nel giugno 2020, oltre 88.000 nuovi veicoli elettrici sono scesi sulle strade del territorio continentale cinese. La notevole crescita è in parte spronata dalle ambiziose linee politiche cinesi, che spingono attivamente soluzioni più ecologiche per far fronte alle sfide ambientali causate principalmente dall’urbanizzazione crescente. A sua volta, questo ha spianato la strada un altro obiettivo generale delle autorità cinesi: far sì che, entro il 2030, il 30% del settore automobilistico sia rappresentato dai BEV.
Però, se si prende in considerazione la penetrazione dei BEV (➜ Leggete anche: Ibride plug-in & Co.: tutto sulle auto elettriche) – vale a dire il rapporto tra veicoli elettrici in circolazione e auto complessivamente vendute ogni anno – è la Norvegia a essere in pole position. Il Paese scandinavo è da lungo tempo il leader mondiale di questa statistica, dove primeggia con oltre il 55% di veicoli elettrici sulle nuove auto. A questo indiscutibile primo posto fa seguito, con un discreto distacco, l’Islanda, con un esiguo 22,6%. Per far fronte alla forte crescita di BEV, anche l’infrastruttura di ricarica del Paese scandinavo è in continua espansione. Al momento, la Norvegia ha in funzione poco più di 2.500 colonnine elettriche.
Per avvicinarsi al tasso di penetrazione della Norvegia, l’Albania ha ancora molta strada da fare, ma è forse il Paese dalle migliori condizioni complessive per un passaggio completo alla mobilità elettrica, almeno in futuro. Infatti, il 100% dell’elettricità albanese è generata da fonti idroelettriche ecologiche. In altre parole, anche se quando si parla di BEV, i suoi numero sono poco significativi sia in termini assoluti che relativi, l’Albania ha tutte le carte in regola per fornire a una futura flotta di veicoli elettrici energia green, incluse le migliori premesse immaginabili per un’infrastruttura di ricarica estensiva e sostenibile. Negli anni a venire, questo potrebbe portare l’Albania a una conversione completa del suo intero parco auto in veicoli elettrici, il tutto a impatto zero, almeno in teoria.
A prescindere dall’effettiva origine dell’energia, uno sviluppo cruciale per i conducenti di auto elettriche di tutto il mondo è la continua proliferazione di colonnine di ricarica pubbliche (➜ Leggete anche: La ricarica delle auto elettriche). E in questo, a essere in testa sono i Paesi Bassi, con oltre 37.000 colonnine elettriche pubbliche, una ogni 459 abitanti, a febbraio del 2020. La vicina Germania si trova in seconda posizione, con poco più di 27.000 colonnine, seguita dalla Francia che ne ha circa 24.000 e il Regno Unito che ne ha quasi 20.000. Il numero totale di colonnine elettriche pubbliche in Unione Europea nella primavera del 2020 supera di poco le 170.000, un valore in continuo aumento, visti i crescenti investimenti di governi e privati in infrastrutture di ricarica sulle strade europee.
Potrà non essere in cima alle classifiche delle vendite di BEV né a quelle della presenza di colonnine elettriche pubbliche. Ma con una proposta per introdurre corsie preferenziali per le auto elettriche, il Regno Unito si merita un approfondimento della sua mobilità elettrica. La proposta, che ha visto la luce nel 2016, introduceva l’idea che i veicoli elettrici avessero corsie preferenziali come quelle degli autobus e perfino la priorità ai semafori. Il tutto per spronare lo sviluppo delle cosiddette “aree urbane verdi” in alcune delle principali città britanniche. La proposta non si è ancora concretizzata in effettiva normativa stradale e dovrebbe essere approvata dall’amministrazione delle singole città. Ma solo l’idea si merita una menzione speciale in questa carrellata e quindi un posto nel nostro giro del mondo della mobilità elettrica. (➜ Leggete anche: Mobilità urbana: scopri i 5 trend del futuro).
I tipi più comuni di batteria utilizzati per i veicoli elettrici sono quelli agli ioni di litio e ai polimeri di litio (➜ Leggete anche: Il ciclo di vita della cella di una batteria). La ragione è l’alta densità energetica del litio, insieme alle sue capacità di immagazzinamento, a fronte di un peso relativamente basso. Ma da dove viene il litio? Risposta breve: dall’Australia. Grazie a una produzione annuale di oltre 40.000 tonnellate metriche di litio, l’Australia è in cima alla classifica mondiale dei produttori di litio. In seconda posizione si trova il Cile, con 18.000 tonnellate metriche, grazie alle enormi riserve sepolte nelle profondità del deserto di Atacama, nel Nord del Paese andino. Seguono la Cina, l’Argentina e lo Zimbabwe, che contribuiscono ad assicurare che la produzione mondiale di “oro bianco” raggiunga almeno le 90.000 tonnellate metriche all’anno: un numero destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi decenni.
La Germania è tra i Paesi più ambiziosi quanto a piano d’azione per la mobilità elettrica. Secondo il Ministero federale per gli affari economici e l’energia, una strategia che per il crescente mercato dell’auto elettrica abbia obiettivi importanti è di primaria importanza nella lotta al cambiamento climatico. La strategia tedesca include una serie di obiettivi, tappe e, soprattutto, grossi investimenti. Solo nella ricerca e lo sviluppo sono stati investiti 210 milioni di euro, in vista di una conclusione del 2020 che veda oltre 1 milione di BEV percorrere le strade tedesche. In totale, a partire dal 2009, per la ricerca e lo sviluppo della mobilità elettrica sono stati stanziati 2,2 miliardi di euro, con l’approvazione di quattro diversi ministeri (➜ Leggete anche: Vero o falso: i miti sulle auto elettriche al vaglio dei fatti). Per i conducenti, sono stati introdotti incentivi finanziari per la bellezza di 600 milioni di euro al fine di promuovere le vendite di BEV. A questi vanno aggiunti 300 milioni per l’espansione dell’infrastruttura di colonnine di ricarica e altri 100 milioni investiti dal governo federale nel proprio parco auto, così da rendere la flotta elettrica al 20%.
Autore: David Barnwell; Illustrazioni: Russlan