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Hervé Poulain – il visionario dietro la BMW Art Car

Hervé Poulain – il visionario dietro la BMW Art Car

5 min tempo di lettura
Hervé Poulain sposa alla perfezione arte e sport motoristico. La sua visione della BMW Art Car, creata in collaborazione con alcuni dei più famosi artisti contemporanei di tutti i tempi, ha dato vita alle leggende della 24 Ore di Le Mans.

Il 18 luglio 2024

Nel mondo di Hervé Poulain, l’armonia tra arte e velocità è una forza propulsiva. Nato in Francia nel 1940, sin dai primi passi la vita di Poulain è stata segnata dalla passione. Amante dell’arte e influente battitore d’asta, il suo sguardo attento verso la bellezza ha caratterizzato la sua carriera. 

La sua vita ha avuto una svolta elettrizzante quando ha iniziato a mescolare il suo amore per l’arte con la passione per le corse. Sostituendo la sua valigetta 24 ore con un casco da corsa, ha gareggiato in eventi prestigiosi, soprattutto nella 24 Ore di Le Mans (➜ Leggete anche: 24 ore di brividi). Il suo coinvolgimento nel mondo delle gare è stato molto più di un hobby; è stata un’attività seria. 

Arte e velocità

Combinando queste due passioni – arte contemporanea e velocità – Poulain ha inventato il concetto di Art Cars insieme a BMW (➜ Leggete anche: La storia delle BMW Art Cars). Durante le sue partecipazioni a Le Mans, ha affidato il design delle auto da corsa BMW a rinomati artisti, come Alexander Calder, Frank Stella, Roy Lichtenstein o Andy Warhol. L’idea visionaria ha trasformato la pista in una galleria d’arte in movimento, dove velocità e bellezza si fondevano dando vita a una passerella spettacolare.

Con l’avvicinarsi della 24 Ore di Le Mans del 2024, abbiamo avuto il privilegio assoluto di approfondire la vita straordinaria di Hervé Poulain nel corso di un’intervista. Ancora oggi, il viaggio di Poulain è caratterizzato da una filosofia profonda e dalla spinta incessante di fondere bellezza e azione, un percorso illuminato dalle sue stesse parole ed esperienze.

La 24 Ore di Le Mans

Poulain riflette sulle sue motivazioni, traendo ispirazione dalla saggezza di Maupertuis, un filosofo del XVIII secolo. Si riferisce all’idea che la vita è passeggera, in equilibrio tra la nascita e la morte, e che è bene trarne il più possibile.  Per Poulain non si tratta tanto di lasciare un’eredità oltre la nostra vita, ma piuttosto di riempire bene l’intervallo. Per Poulain, questa filosofia è una forza trainante. Se l’arte soddisfa la sua brama di bellezza, il brivido della competizione automobilistica gli regala l’azione. Il suo motto personale è: "La morte non mi avrà vivo." A 83 anni, è consapevole della finitezza della vita e tuttavia la affronta con umorismo.

Uno dei contributi più celebrati di Poulain è il lancio del progetto BMW Art Car, che ha fuso perfettamente le sue passioni per la velocità e l’arte contemporanea. La sua partecipazione alla 24 Ore di Le Mans costituisce un testamento della sua convinzione che l’arte possa trascendere i confini dei musei e toccare i cuori di molte persone. Secondo Poulain, “Il mito di questa gara è stato costruito attorno al circolo cosmico del sole, come metafora della vita umana, piena di gioie e di drammi.” La passione del pubblico per le velocità vertiginose della gara e il coraggio cavalleresco dei piloti, nonostante le misure di sicurezza rudimentali nei primi anni di Le Mans, conferisce all’evento una patina di dramma e riverenza.

Gli albori delle BMW Art Cars

L’iniziativa di Poulain di sposare questa passione con il genio artistico di Alexander Calder, che ha creato un’opera colorata e gioiosa per la prima BMW Art Car nel 1975, è stata cruciale. “Il successo e il futuro del concetto di Art Car è stato garantito dalla scelta di Calder,” spiega Poulain. Questa scelta non è stata solo una trovata pubblicitaria, ma un tentativo genuino di competere e di vincere, che ha portato il pubblico a tifare entusiasticamente per la BMW 3.0 CSL di Calder (➜ Leggete anche: Auto d’epoca da corsa: la nascita della passione BMW).

La collaborazione di Poulain con BMW all’inizio degli anni Settanta è arrivata in un periodo in cui il marchio era appena approdato nello sport motoristico. Poulain riconosce l’importanza dell’agilità e dell’ottimismo di BMW verso le nuove idee. “La larghezza di vedute di Jochen Neerpasch, il mio unico interlocutore, è stata un miracolo,” ricorda. Neerpasch (➜ Leggete anche: Neerpasch: leggenda di BMW M e mentore del motorsport) – direttore della divisione auto sportive BMW dell’epoca – voleva creare una vettura specifica per Poulain per la Le Mans, un momento di svolta significativo.

La BMW 3.0 CSL di Alexander Calder del 1975

Un’immagine di come Hervé Poulain e Alexander Calder hanno dato vita alla prima BMW Art Car – la BMW 3.0 CSL del 1975.

Su iniziativa di Poulain, l'artista americano Alexander Calder ha creato una BMW 3.0 CSL, il primo veicolo che combina arte e motorsport e segna la nascita della BMW Art Car Collection.

La prima collaborazione artistica con Alexander Calder fu siglata durante un pranzo al Bordeaux Château La Conseillante di Saché, dove Calder acconsentì a dipingere l’auto per Poulain. Un progetto magico sin dall’inizio. Calder dipinse un modellino del veicolo davanti agli occhi di Poulain, infondendo i colori sul veicolo con una forza dinamica. Insistette sul fatto che “nulla dovesse essere cambiato durante il trasferimento.” Alla conferenza stampa, alla domanda sul motore del veicolo, Poulain rispose sfrontatamente, “Qui il motore va a colore,” generando un momento di sorpreso silenzio, seguito da calorose risate. Le parole di incoraggiamento finali di Calder alla partenza della gara – “Hervé, vinci, ma con gentilezza” – hanno risuonato della mente di Poulain, quando ha percepito la trascinante condivisione della realizzazione di un sogno con milioni di persone.

La BMW 3.0 CSL di Frank Stella del 1976

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Frank Stella, noto come il “padre del minimalismo”, scelse un design trasferito sulla carrozzeria come una cianografia. Circa 50 anni dopo, Stella e i suoi sigari sono ancora impressi vividamente nella memoria di Hervé Poulain.

La BMW 3.0 CSL di Frank Stella del 1976 fu un forte contrasto rispetto all’anno precedente. Denominato “anti Calder,” questo veicolo presentava linee nere su sfondo bianco, simile a un velo che lascia intendere più che svelare. Il design metteva in luce la bellezza meccanomorfica invisibile costruita da ingegneri e meccanici. Nonostante i mostruosi 750 HP dell’auto, era fragile. Poulain ricorda il sigaro onnipresente di Stella e le peculiarità tecniche del veicolo. Il suo copilota, Peter Gregg, consigliò saggiamente, “Sii cauto Hervé, è un’auto per gli ingegneri, non per i piloti.”

La BMW 320i Turbo di Roy Lichtenstein del 1977

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Roy Lichtenstein studiò approfonditamente la 24 Ore di Le Mans per la sua BMW Art Car e, a detta sua, ci profuse quanto più sforzo possibile. Uno sforzo ampiamente ripagato.

Nel 1977, la BMW 320i Turbo di Roy Lichtenstein portò sulla pista un capolavoro assoluto della Pop Art. Sulle portiere erano riprodotti motivi ispirati all’alba e al tramonto, a rappresentare il ciclo del sole durante la 24 Ore di Le Mans. Non mancano nemmeno i puntini iconici di Lichtenstein, che davano al veicolo un look felino. La sua presentazione al Museo Pompidou fu un momento speciale, ripreso 47 anni dopo, quando Julie Mehretu ha firmato la sua BMW M Hybrid V8 (➜ Leggete anche: La BMW Art Car di Julie Mehretu). Il suo modesto motore a due litri era stato compensato dall’agilità del veicolo sul bagnato, che gli fece conquistare una posizione generale numero nove e la vittoria nella sua classe. Poulain ricorda teneramente il cameratismo con il suo copilota, Marcel Mignot, descrivendolo come “una roccia.”

La BMW M1 di Andy Warhol del 1979

Un collage della BMW M1 Art Car del 1979, dipinta da Andy Warhol e alle sue spalle Hervé Poulain, che guidò l’auto alla Le Mans.

“Ho cercato di dare un’immagine vivida della velocità. Se un’auto è davvero veloce, tutti i contorni e i colori diventano indistinti.” – Andy Warhol

Il climax di questo viaggio artistico è stata la BMW M1 di Andy Warhol del 1979. Dopo aver rifiutato due progetti iniziali per la richiesta di “qualche Marilyn,” Warhol venne a Monaco e realizzò un action painting espressionista del genere “bad painting” direttamente sulla vettura in soli 28 minuti. Durante la sua prima corsa alla Le Mans, Poulain fece un testacoda, ma riuscì a controllare il veicolo senza spegnere il motore, esclamando, “olé!”. La BMW M1 raggiunse un notevole sesto posto nella classifica generale e il posto numero due nella sua categoria.

Creatività sconfinata e spirito temerario

Le storie raccontate da Hervé Poulain offrono uno sguardo affascinante nell’intersezione unica di arte e sport motoristico. Le sue collaborazioni con Calder, Stella, Lichtenstein e Warhol tra il 1975 e il 1979 non solo produssero le iconiche Art Cars ma crearono anche un’eredità che continua a ispirare. Ogni auto, ogni gara e ogni artista hanno portato una nuova dimensione all’idea di come possa essere un’automobile – una tela in movimento, un’opera d’arte e un testamento della creatività sconfinata e allo spirito temerario di Hervé Poulain.

L’impegno continuo di Poulain con la giuria delle BMW Art Cars e la sua presenza allo scoprimento della 20a BMW Art Car di Julie Mehretu a Parigi lo riempiono di gioia. “È un orgoglio che, mezzo secolo dopo, questa visione rimanga più viva che mai,” fa notare. Tuttavia, esprime anche rimpianto che i nomi dei piloti che hanno guidato questi veicoli spesso siano dimenticati. Poulain sottolinea che l'esperienza e i rischi dei piloti siano parte integrante dell’eredità delle Art Cars e chiede che venga finalmente riconosciuto il loro ruolo.

Lunga vita all'arte! Lunga vita alla velocità! Lunga vita a BMW, mia partner d’élite!
Hervé Poulain

Imprenditore, battitore d’asta ed ex pilota

Per Poulain, arte e gare sono doni per il pubblico. Ritiene che l’arte riempia il silenzio infinito degli dei, mentre le gare gli consentono di lottare contro i suoi limiti e di godere di momenti di intensa gioia e soddisfazione. “Lunga vita all'arte! Lunga vita alla velocità! Lunga vita a BMW, mia partner d’élite!” esclama, riassumendo la sua passione duratura e la sua profonda connessione tra arte e azione nella sua vita straordinaria.

Autore: Tassilo Hager, Maryse Bataillard; Art: Madita O’Sullivan, Lucas Lemuth, Verena Aichinger; Foto: BMW; Video: BMW; Collage: Max-o-matic

BMW MUSEUM

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